Da un vitello sano a una bovina performante: uno studio caso-controllo
Sandro Cavirani1, Clotilde Silvia Cabassi1, Costanza Spadini1, Emiliana Schiano1, Marco Di Pietro2, Gian Luca Bassi2,
Simone Taddei1
1 Dipartimento di Scienze Medico-Veterinarie, Università degli Studi di Parma, Parma
2 Virbac Italia, Milano
Il complesso dei dati ottenuti supporta la tesi che l’enterite neonatale (NCD) riduce l’aumento di peso durante il periodo di crescita e anche la produzione di latte successiva.
Per quanto riguarda la patogenesi della NCD, il fallimento del trasferimento passivo dell’immunità (FPT) gioca un ruolo importante nel favorire infezioni virali, batteriche e parassitarie e il relativo effetto patogeno. Una concentrazione di IgG <1000 mg/100 ml di siero sanguigno raccolto dai vitelli di 3-10 giorni di vita è considerata l’indice dello stato di FPT.
Il fenomeno è diffuso nelle vacche da latte. Un precedente studio condotto su campioni di siero di vitelli neonati provenienti da 254 allevamenti frisoni italiani ad alta produzione di latte (=11000 kg/vacca/allattamento), ha evidenziato una prevalenza media di FPT del 28%. I campioni di colostro provenienti da animali delle stesse mandrie hanno mostrato una prevalenza del 17% di colostro di bassa qualità. Il numero di parti non ha influenzato significativamente la qualità del colostro.
In questo studio, gli animali con un evento precedente di diarrea hanno mostrato una maggiore prevalenza della malattia respiratoria nel corso della loro vita. L’alterazione della barriera enterica innesca una traslocazione microbica (principalmente batteri) dall’intestino al flusso sanguigno e quindi ai diversi organi, compreso il polmone. L’isolamento di ceppi enteropatogeni di E. coli dal polmone dei vitelli che hanno subito NCD dà credito a tale ipotesi patogenetica.
Inoltre, l’anatomia del polmone bovino (8 lobi, assenza di pori interalveolari e presenza di setti interlobulari) ostacola la clearance microbica favorendo la persistenza di focolai di infezione silenti che si possono riattivare nel corso della vita provocando episodi respiratori recidivanti. Se grave, la NCD colpisce la salute, la crescita e la produzione dei bovini da latte, il controllo della malattia è il primo passo per sostenere la produttività dell’allevamento.
Seguendo il mantra “meglio prevenire che curare”, la vaccinazione della madre durante il periodo di asciutta è inclusa nei protocolli per far fronte ai disturbi enterici neonatali. Se lo stato di FPT persiste, anche in presenza di immunizzazione materna attiva, spesso persistono anche la prevalenza e la gravità della malattia. Per evitarlo, è fondamentale rilevare l’origine della FPT nella mandria, stabilendo possibili soluzioni.
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