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Conoscere la sintomatologia delle malattie neonatali

2020/07/02

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La gestione immediata delle varie manifestazioni, indipendentemente dalla diagnosi eziologica, è essenziale per evitare che il neonato vada rapidamente incontro a morte.

La maggior parte delle malattie neonatali è caratterizzata da un’associazione di sintomi non specifici che vengono raccolti sotto il termine di Fading puppy and kitten syndrome: letargia, pianto, ipotermia, disidratazione, assenza del riflesso di suzione, gonfiori, ecc. La gestione immediata delle varie manifestazioni, indipendentemente da quella che può essere la diagnosi eziologica, è essenziale per evitare che il neonato vada rapidamente incontro a morte.
Vi sono alcune malattie congenite che devono essere diagnosticate il più presto possibile permettere in atto le misure necessarie a contrastarne gli effetti: alimentazione tramite sondino orogastrico in caso di palatoschisi, osservazione di rigonfiamento dell’area perianale in caso di atresia anale (tipo 1 e 2), correzione del pectus excavatum
mediante il posizionamento di un piastrone in resina appositamente modellato... ed eutanasia nelle malattie più gravi.

I sintomi da considerare

L’ipotermia può essere una conseguenza di un ambiente troppo freddo, ma anche di una setticemia scompensata, di una grave ipoglicemia, ecc. Con la riduzione della temperatura corporea, anche la motilità intestinale si riduce, il che porta all’ileo. Questa condizione a sua volta favorisce la proliferazione batterica, e quindi la distensione
addominale e la sepsi dovuta alla traslocazione batterica.
Un neonato è considerato ipotermico se la sua temperatura, a seconda dell’età, scende al di sotto di:

- 35 °C (1° settimana di vita);
- 36 °C (da 7 a 21 giorni);
- 37 °C (> 21 giorni).

I segni clinici sopra i 31 °C includono irrequietezza, perdita di appetito, pianto continuo (e rifiuto della madre), mucose rosse e cute fredda. Il trattamento consiste in un lento riscaldamento del neonato (non più di 1 °C/ora), nel mantenimento dei livelli di glucosio ematico e nel controllo della crescita batterica (in caso di ileo per diverse ore).
Una grave ipoglicemia (glicemia sierica <0,3-0,4 g/l) può portare a ipotermia e morte. I principali segni clinici sono: letargia, pianto, ottundimento del sensorio, tremori, coma, convulsioni, ecc. Le cause principali sono la fame, l’ipossia, la setticemia e gli shunt portosistemici.
Il trattamento consiste nella somministrazione lenta di destrosio per via orale (acqua zuccherata sulle mucose) o EV/IO/rettale (glucosio 5%: 1ml/25 g/die).
La disidratazione si instaura molto rapidamente nei pazienti neonatali. I principali parametri da considerare per diagnosticare e seguire il grado di disidratazione sono l’aspetto delle mucose e la densità delle urine (vedere tabella).

Le più comuni cause che possono provocare disidratazione sono: diarrea, riduzione dell’assunzione di latte, condizioni ambientali inadeguate (igrometria troppo bassa << 50%). In caso di disidratazione moderata (<10%), la somministrazione di fluidi per via sottocutanea è efficace (NaCl 0,9%); mentre in caso di grave disidratazione, si raccomandano le vie endovenosa, intraossea o intraperitoneale. È necessario prestare attenzione a non sovraccaricare il sistema omeostatico: 1 ml/30 g per via sottocutanea, 4-6 ml/kg/h EV/IO.
La setticemia neonatale è una delle principali cause di Fading puppy and kitten syndrome e della comparsa di morte collettiva in una cucciolata (totale o parziale) entro 1-5 giorni di vita.

Gli agenti batterici sono comuni e spesso asintomatici nella madre (E. coli, Enterobacter, Staphylococcus, Streptococcus spp. Bordetella bronchoseptica, Mycoplasma), mentre la sepsi di natura virale è spesso causata da CPV-1, Herpesvirus e CPV-2.
È necessario indagare le cause favorenti: metrite, mastite, piodermite, gengivo-stomatite, diarrea, scarsa igiene locale.
Il trattamento consiste in una terapia antibiotica per via parenterale (SC, EV, IO, ecc.), perché la via orale si rivela spesso inefficace (interruzione del transito) e/o può provocare enterocolite da disbiosi. 

Xavier Levy1

1. DVM, dipl. ECAR