L'incontinenza urinaria nei cani è una condizione clinica che si manifesta con la perdita involontaria di urina, rappresentando una delle problematiche più comuni osservate nella pratica veterinaria. Questa condizione, spesso fonte di disagio per gli animali e per i loro proprietari, può derivare da una varietà di fattori, tra cui anomalie congenite, patologie neurologiche o disfunzioni muscolari. Tuttavia, uno dei fattori più rilevanti e frequentemente discussi è l'incompetenza del meccanismo dello sfintere uretrale (USMI), in particolare nelle femmine sterilizzate.
La sterilizzazione chirurgica è una procedura ampiamente praticata per controllare la riproduzione e prevenire malattie come infezioni uterine e tumori mammari. Nonostante i suoi numerosi benefici, diversi studi hanno dimostrato che questa procedura aumenta il rischio di incontinenza urinaria, specialmente nelle femmine.
Una delle cause più studiate è l'USMI, una condizione in cui lo sfintere uretrale non è in grado di mantenere una pressione sufficiente per prevenire il passaggio involontario di urina. È stato dimostrato che la sterilizzazione influenza l’equilibrio ormonale del cane, che gioca un ruolo fondamentale nel mantenimento della forza del meccanismo sfinterico, con conseguenti riduzione del tono muscolare uretrale e predisposizione all’incontinenza urinaria.
Secondo uno studio pubblicato su PMC (“Urethral Sphincter Mechanism Incompetence in Spayed Dogs”), la prevalenza di USMI è particolarmente elevata nei cani sterilizzati di peso superiore ai 20 kg. Le razze di grande taglia, come i Labrador Retriever e i Pastori Tedeschi, sembrano essere più predisposte. Gli autori suggeriscono che il rischio aumenta ulteriormente se la sterilizzazione viene eseguita prima del primo ciclo estrale.
Inoltre, il rischio di incontinenza non dipende solo dal peso corporeo, ma anche da fattori genetici e dall'età in cui viene effettuata la sterilizzazione. Sebbene la sterilizzazione precoce sia consigliata per alcuni vantaggi, come la riduzione del rischio di tumori mammari, è importante considerare attentamente il momento ideale per ogni singolo paziente, al fine di bilanciare rischi e benefici.
Prima di intraprendere un trattamento, è essenziale escludere altre cause di incontinenza urinaria, come infezioni del tratto urinario, calcoli, o patologie neurologiche. Una diagnosi accurata richiede un’anamnesi dettagliata, un esame fisico approfondito e, quando necessario, indagini diagnostiche come analisi delle urine, ecografie o radiografie.
Una volta confermata la diagnosi di USMI, il trattamento può variare a seconda della gravità della condizione e delle esigenze del paziente. Tradizionalmente, la terapia farmacologica include l’uso di farmaci come la fenilpropanolamina, che aumenta il tono dello sfintere uretrale, e gli estrogeni sintetici, che migliorano la sensibilità dei recettori alfa-adrenergici.
Negli ultimi anni, l’interesse verso gli agonisti del GnRH, come la deslorelina, è cresciuto significativamente. La deslorelina, comunemente utilizzata per il controllo della riproduzione, sta emergendo come una potenziale soluzione per il trattamento dell’incontinenza urinaria nelle femmine sterilizzate.
La deslorelina agisce attraverso la soppressione delle gonadotropine, riducendo di conseguenza i livelli di estrogeni e testosterone. Sebbene possa sembrare controintuitivo utilizzare un farmaco che riduce ulteriormente gli estrogeni in una condizione già caratterizzata da una carenza di questi ormoni, alcuni studi suggeriscono che la deslorelina possa modulare positivamente i meccanismi di regolazione ormonale, migliorando il controllo urinario.
Uno studio ha analizzato l’uso cronico della deslorelina in sei cani affetti da USMI. I risultati hanno mostrato un miglioramento significativo nei sintomi di incontinenza, con una riduzione degli episodi di perdita involontaria di urina. Sebbene il numero di soggetti studiati sia limitato, questi dati aprono nuove prospettive per l’utilizzo di agonisti del GnRH nella gestione dell’incontinenza urinaria.
L’incontinenza urinaria nei cani sterilizzati richiede un approccio terapeutico individualizzato. Mentre i farmaci tradizionali come la fenilpropanolamina continuano a rappresentare una valida opzione, l’introduzione di terapie innovative come la deslorelina offre nuove opportunità per migliorare la qualità della vita degli animali.
È importante che discutere con i proprietari dei cani le diverse opzioni terapeutiche, spiegando i potenziali benefici e rischi associati a ciascun trattamento. Inoltre, è fondamentale sottolineare l’importanza di controlli regolari per monitorare la risposta alla terapia e apportare eventuali modifiche al protocollo terapeutico.
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